1. L’ordine di nascita influenza la personalità
Essere primogeniti, ultimogeniti o mediani influisce sul nostro modo di essere. «Quando nasce un fratellino, ogni bambino è attraversato da emozioni contrastanti di gioia e di dubbio rispetto alla propria amabilità e al desiderio di mamma e papà verso di lui», mi hanno spiegato le psicologhe Aurora Mastroleo e Mariangela Mazzoni, autrici di Fratelli. Come gestire la relazione, come intervenire nei litigi, come amarli nella diversità (Red!).
Primogenito Avverte tipicamente tenerezza per il nuovo arrivato in casa ma spesso arriva a desiderare, senza esprimerlo, di metterlo in un angolo. Al contempo mostra responsabilità e autorità, è tendenzialmente tradizionalista e conservatore e, crescendo, si mostra pronto a sforzi per raggiungere i risultati prefissati.
Ultimogenito Da piccolo tende a sperimentare ammirazione per il maggiore alimentando non di rado un progetto di poterlo un giorno spodestare. Dovendo lottare per conquistarsi una posizione, da adulto è temerario e sfrontato ma anche ribelle, innovativo, amante del cambiamento. È tipicamente attento ai valori di giustizia.
Mediano Spesso caratterizzato da entrambe le doti dei primogeniti e degli ultimogeniti, è equilibrato, diplomatico e negoziatore.
2. Le sorelle fanno bene
Crescere con una sorella fa bene alla psiche: uno studio dell’Università dell’Ulster (Irlanda) condotto su 571 ragazzi ha mostrato che chi ha una sorella tende a essere più ottimista, a instaurare rapporti personali più sereni e a essere più equilibrato. Anche una ricerca condotta da Laura Padilla-Walker della Brigham Young University (Usa) è arrivata alle stesse conclusioni. Studiando 395 famiglie la psicologa ha dimostrato che gli adolescenti con una sorella rischiano meno di sperimentare solitudine, depressione e paura di non essere amati. Non è chiaro il motivo, ma entrambi gli studi fanno pensare che la spiegazione stia nel fatto che le femmine parlano più apertamente dei loro sentimenti. Il che stimola anche i maschi a comunicare i loro problemi.
3. I gemelli sono i più legati
I fratelli possono essere affettivamente legati, ma mai quanto i gemelli: «Arrivano in famiglia insieme, dunque il loro rapporto rappresenta il massimo grado di condivisione», mi hanno detto Mastroleo e Mazzoni. «Questo però non li rende necessariamente più affiatati: anzi proprio la condivisione può generare nel tempo fortissime contese, rivalità ma anche conflitti il cui fine è rivendicare la propria autonomia e la propria individualità sull’altro». Proprio per questo può capitare che possano avvertire più intensamente il bisogno di riavvicinarsi per ritrovarsi e nuovamente confrontarsi reciprocamente, anche da adulti.
4. Chi è il cocco di mamma (o di papà)
Ogni genitore ha il suo figlio preferito, e questo non fa che accrescere le rivalità. Secondo una ricerca dell’Università di Davis (Usa) questo succede al 70 per cento dei padri e delle madri. Se si tratta di una leggera preferenza è del tutto normale, quando questo però si traduce in un favoritismo le conseguenze sono ben più gravi. Anni fa una società americana di ricerca sullo sviluppo infantile, la Society for research in child development, aveva dimostrato che un trattamento iniquo da parte dei genitori può generare risentimento nei figli sfavoriti, minando anche il rapporto tra i fratelli. Tuttavia i pedagogisti avvertono che i fratelli oggetto di trattamento iniquo (ad esempio, quelli che vengono sgridati maggiormente o che ricevono meno attenzioni) possono patire con minore intensità questo svantaggio se ricevono una spiegazione: ad esempio, se capiscono che i genitori dedicano più tempo a un altro fratello perché ha più difficoltà rispetto a loro.