In alcuni casi si amano e non possono fare a meno l’uno dell’altro. In altri, i contrasti e le gelosie li portano a separarsi a lungo. I fratelli sono le prime persone con cui ci confrontiamo alla pari: è con loro che cresciamo e condividiamo le gioie e le difficoltà a relazionarci con i genitori. Sono importanti per il nostro sviluppo psicologico, anche se sono spesso causa di contrasti. «Sovente si pensa che essere figli unici sia una condizione di privilegio, e in un certo senso questo è vero», mi hanno spiegato Aurora Mastroleo e Mariangela Mazzoni, psicoterapeute dell’Associazione Pollicino e Centro crisi genitori onlus di Milano e autrici di Fratelli. Come gestire la relazione, come intervenire nei litigi, come amarli nella diversità (Red!). «Tuttavia la relazione tra fratelli può rappresentare un fattore eccezionale per la maturazione dei bambini, a patto che l’ambiente famigliare consenta di affrontare ed elaborare le naturali conflittualità».
Gestire il conflitto
Il conflitto è infatti inevitabile: «La fratellanza è una guerra fisica, affettiva, scolastica e verbale», scrive Marcel Rufo, psichiatra infantile all’Hôpital de la Timone di Marsiglia e autore di Fratelli e sorelle. Una malattia d’amore (Feltrinelli). Secondo una ricerca dell’Università del Missouri (Usa), i conflitti più aspri sono legati all’invasione degli spazi personali, come quando uno prende un oggetto dell’altro. Ma se gestite correttamente, anche queste dinamiche sono arricchenti. In fondo il legame tra fratelli è la relazione più intima e duratura che si possa sperimentare con un proprio pari. «Gelosia e invidia appartengono al funzionamento fondamentale dell’affettività dell’essere umano fin da tenerissima età», spiegano Mastroleo e Mazzoni. «Nel percorso di maturazione che consente la progressiva separazione psicologica del bambino dalla sua mamma la presenza di un fratello o di una sorella acuisce facilmente questi sentimenti».
Primogeniti, sempre più intelligenti
La maggior parte dei litigi è a tavola
La gelosia tra fratelli nasce infatti dal dubbio del bambino rispetto al posto che occupa all’interno della famiglia e nei desideri di mamma e papà. Così è frequente che gli psicologi infantili abbiano a che fare con bimbi con un comportamento alimentare alterato (ad esempio bimbi che fanno i capricci a tavola, che mangiano troppo o che rifiutano il cibo) sviluppatosi proprio all’arrivo di un fratellino. «La tavola rappresenta il teatro in cui prende corpo la scena famigliare», aggiungono le psicologhe: «basta pensare a quanto spesso le liti tra fratelli si scatenino a cena sulla base di rivendicazione di gusti diversi o di contese per il posto a sedere». Su questi sentimenti i genitori devono interrogarsi: se gestite male, gelosia e invidia possono portare a conseguenze che si trascinano negli anni.
Buon rapporto fraterno = serenità da adulti
Uno studio dell’Università di Harvard (Usa) ha evidenziato ad esempio un aumento del rischio di depressione in fratelli con rapporti conflittuali. L’analisi, condotta su 229 uomini seguiti per più di trent’anni, ha evidenziato come talvolta conflitti infantili non sopiti possano essere riattivati, una volta adulti, da presunti favoritismi dei genitori, da problemi legati alla loro cura una volta anziani o da dispute sull’eredità. Ma c’è anche il rovescio della medaglia: avere un buon rapporto con il proprio fratello o sorella aiuta nelle relazioni con l’altro sesso. All’Università del Texas (Usa) sono stati osservati adolescenti mentre parlavano con il loro parnter: quelli che avevano un fratello maggiore di sesso opposto parlavano di più e con più naturalezza. Le ragazze con un fratello più grande, ad esempio, si sentivano più a loro agio e ridevano di più: probabilmente la familiarità derivava da un’esperienza fraterna positiva. Certo da grandi i rapporti possono cambiare: «Da adulti non sempre c’è una profonda intimità», spiega Judy Dunn, psicologa all’Università di Cambridge, «ma più un senso di vicinanza, di appartenenza alla stessa famiglia». Questo però non toglie che l’imprinting appreso durante l’infanzia resti vivo e plasmi i nostri rapporti per tutto il resto della vita.