Diversi anni fa, a Treviso, una coppia gay si era lamentata del sesso rumoroso della vicina di casa: una sessantenne che disturbava la quiete condominiale con i suoi sonori incontri sessuali con il fidanzato trentenne. Strano? Il cinema ci ha abituato alla spettacolarizzazione del sesso (anche verbale, basta pensare alla celebre scena di Harry ti presento Sally), eppure non c’è nulla di strano a emettere gemiti durante un rapporto sessuale.
Ne parlava anche Ovidio
I sessuologi li chiamano vocalizzazioni e pare abbiano alcuni scopi ben precisi. Specie tra le donne, le cui urla di piacere sono state maggiormente studiate. Perfino Ovidio nella sua celebre Ars amatoria scriveva: «Amo i gemiti udir che il godimento esprimono di lei: ch’ella mi chiegga / di ritardar, di trattenermi ancora / ch’io vegga della donna inebriata / gli occhi morenti». Nella sua opera il poeta latino suggeriva alle donne artifici per mantenere legati a loro gli amanti. Tra questi anche l’amore “sonoro”.
Hanno una funzione!
Pare che Ovidio ci avesse visto lungo. Il più completo studio sui vocalizzi sessuali sembra infatti andare proprio in questa direzione. Condotto da Gayle Brewer della University of Central Lancashire e da Colin A. Hendrie della University of Leeds (Regno Unito) e pubblicato sugli Archives of Sexual Behavior, illustra i risultati di un sondaggio su 71 donne sessualmente attive, eterosessuali, di età compresa tra i 18 e i 48 anni.
Le donne gemono per far venire lui
Dai dati emerge che le motivazioni che spingono le donne a gemere sono ben poco lusinghiere per i loro compagni: pare infatti che il 66 per cento lo faccia per eccitare il proprio uomo e quindi per accelerarne l’orgasmo, magari quando il rapporto si fa doloroso o semplicemente noioso. Ma in fondo le donne gemono per il bene della coppia: secondo il 92 per cento delle intervistate le esternazioni vocali hanno il potere di accrescere l’autostima sessuale nel loro partner, che così si sente rassicurato circa le sue performance.
Orgasmo simulato
«Nonostante le donne raggiungano l’orgasmo più frequentemente con i preliminari piuttosto che durante la penetrazione», spiegano i ricercatori, «abbiamo notato dai questionari che le vocalizzazioni femminili sono più intense immediatamente prima o durante l’eiaculazione dei loro compagni». Si tratta quindi di orgasmi simulati? Probabilmente no, perché l’eccitazione femminile passa anche attraverso la reazione a quella maschile: l’87 per cento delle intervistate da Brewer ed Hendrie ha ammesso infatti che grida proprio con lo scopo di eccitarsi eccitando il partner.
Anche nei primati…
«Prima d’ora», mi ha spiegato in un’intervista Davide Dettore, docente di psicopatologia del comportamento sessuale all’Università di Firenze, «si era sempre creduto che le vocalizzazioni femminili avessero tre funzioni: aiutare la donna a raggiungere l’orgasmo autoeccitandosi, esprimere una reale eccitazione ed eccitare il partner. Con questa ricerca si scopre però che è la terza la reale motivazione». Il che ha dei riscontri anche tra i primati: nelle scimmie la velocità con cui il maschio raggiunge l’eiaculazione è correlata all’intensità delle vocalizzazioni della partner.
I gemiti di lui
Ulteriore conferma alla ricerca britannica viene infine dai gemiti maschili: «Benché meno studiati, le vocalizzazioni degli uomini sembrano servire ad autoeccitarsi e non a eccitare la partner», aggiunge Dettore. Come dire: che siano emesse dalle donne o dagli uomini, sono (quasi) sempre questi ultimi a beneficiarne.
Veicoli di comunicazione. C’è gemito e gemito: secondo il sessuologo americano Samuel Dunkell i suoni emessi durante il sesso possono essere divisi in due categorie: le verbalizzazioni vere e proprie, che possono comprendere parole volgari, affettuose o di guida (usate cioè per dare indicazioni al partner circa quello che vogliamo o non vogliamo che faccia), e le vocalizzazioni, cioè suoni non articolati.