Dobbiamo dimagrire, ma non riusciamo. Vogliamo smettere di fumare, e non ce la facciamo. Il motivo? Ci manca la forza di volontà. E così, affermando con totale sicurezza che la causa dei nostri insuccessi sta soltanto in questa mancanza, ci assolviamo e continuiamo a ingrassare e ad avvelenarci i polmoni. Le persone hanno un’idea totalmente falsata e fuorviante della forza di volontà. C’è in particolari un falso mito duro a morire: quello che vuole la forza di volontà come innata.
Come incrementare la forza di volontà
Ormai gli studiosi hanno chiarito che non è così, dal momento che non esiste una base genetica che ci renda più o meno volitivi. Oggi sappiamo che la forza di volontà intrattiene legami con le funzioni cognitive e il ragionamento: «Esiste infatti una relazione molto potente tra forza di volontà e capacità di prevedere le conseguenze delle nostre azioni sul lungo periodo», mi ha spiegato Pietro Trabucchi, psicologo al Dipartimento di neuroscienze, biomedicina e movimento dell’Università di Verona e autore di Nelle tempeste del futuro (Corbaccio). «Pensiamo ad esempio a quando rinunciamo a un possibile piacere gastronomico perché valutiamo che mangiare aumenterà inostri livelli di colesterolo».
Tentazioni, questione di cervello
Niente ricette magiche
Tuttavia la forza di volontà non può essere allenata come un muscolo. Nonostante questo un minimo di autodisciplina possiamo coltivarla, un po’ come fanno gli sportivi: «Lo psicologo dello sport può ad esempio aiutare l’atleta a inserire autocontrollo nella gestione della sua vita quotidiana, come anche esercizi per allenare l’attenzione e la concentrazione», aggiunge Trabucchi. «Tutto questo ovviamente è utile a chiunque».
Ecco alcune tecniche che possono venirci in soccorso.
1. Fissiamo obiettivi realistici. Il nostro obiettivo finale deve essere oggettivamente realizzabile, in caso contrario saremmo inevitabilmente delusi.
2. Guardiamoci dentro. Impariamo a conoscere noi stessi e i nostri imiti. «In psicoterapia», mi ha spiegato lo psicoterapeuta Piero Ferrucci, «si può usare ad esempio la scrittura autobiografica, che consente di mettere ordine tra le emozioni e di capire se c’è conflitto tra gli obiettivi che il soggetto si pone e le sue reali intenzioni e motivazioni». Possiamo infatti essere motivati solo se siamo veramente convinti dell’obiettivo da raggiungere e dello sforzo necessario: ad esempio, se vogliamo dimagrire perché “sentiamo” veramente di volerlo fare oppure solo perché l’ha detto il medico o per far contento il partner.
3. Dividiamo l’obiettivo da raggiungere in piccoli compiti. Se vogliamo dare un esame all’università, suddividiamo il lavoro in fasi di studio e in capitoli. A questo scopo serve capacità di pianificare in modo realistico, senza tentare di strafare.
4. Immaginiamoci a obiettivo raggiunto. «Se riesco a visualizzare il compito concluso avrò più voglia di mettermi al lavoro», conclude Ferrucci.
L’articolo completo su Airone, settembre 2022