Cinque litri di un liquido rosso che al contempo affascina e fa paura: tanto è il sangue che il nostro corpo ospita. A esso sono connesse emozioni positive e negative: il suo colore è per antonomasia simbolo di passione ma anche di ira, di calore ma anche di pericolo. Ferirsi e vedere il sangue sgorgare fa sempre una certa impressione, proprio perché lo percepiamo come qualcosa di prezioso ma anche pericoloso dal momento che è veicolo di infezioni e malattie. Insomma, il sangue è sempre presente nei miti, nelle culture e nelle religioni.
Due tipi di sangue…
La medicina antica non aveva nozioni della sua funzione biologica, ma di certo ne era già chiaro il ruolo fondamentale: «Per millenni è stato considerato uno dei quatto “umori” umani», scrivono Olivier Garraud e Jean-Jacques Lefrère delle università di Lione e di Parigi in un articolo uscito nel 2014 su Blood Transfusion, «insieme alla bile gialla, alla bile nera e alla flemma». Sempre nell’antichità il sangue era distinto in due forme: «Quello rosso scuro delle mestruazioni, considerato impuro, e quello rosso chiaro delle ferite provocate durante combattimenti e nei riti sacrificali, considerato puro». Era comune peraltro la credenza che il morso di alcuni animali potesse trasformare il sangue puro, detto sanguis, in latino, in cruor, il sangue impuro.
Sangue: le donazioni sono sufficienti?
Dal mondo pagano al Cristianesimo
Nel mondo pagano era poi connesso al sacrificio alle divinità attraverso l’effusione del sangue di un animale, pratica che in qualche modo giunge fino alla prima metà del Novecento quando nelle campagne l’uccisione di un animale da cortile, come il maiale, prevedeva la fuoriuscita copiosa del sangue spesso raccolto e impiegato per rendere più nutrienti i piatti, grazie al ferro contenuto. Con il Cristianesimo il sangue è centrale: durante l’Eucaristia il vino è “sangue di Cristo” e a esso si ricollega anche la leggenda medievale del Santo Graal, la coppa introvabile contenente il sangue di Cristo sgorgato dalla ferita aperta nel costato durante la crocifissione. In tutte le culture il sangue è anche simbolo di forza vitale, e non a caso il colore rosso ha acquisito lo stesso significato: la perdita di sangue causa indebolimento ed è pertanto temuta, già da piccoli quando ci spaventiamo alla vista di sole poche gocce.
Il sangue di San Gennaro si scioglie davvero? Fu celebre uno studio del 1991, pubblicato su Nature, in cui studiosi del Cicap (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze) dimostrarono di aver realizzato una sostanza dal colore del sangue utilizzando molisite, un minerale presente sul Vesuvio, e altre sostanze facilmente disponibili all’epoca del confezionamento della reliquia. Indagini dimostrarono però che l’ampolla contiene effettivamente sangue, ma fu anche chiarito che essa contiene anche sostanze naturali sensibili a temperatura e ai movimenti che potrebbero essere responsabili del fenomeno.
L’articolo completo su Airone, febbraio 2022