Lo stress fa bene!

stress eustress stress beneficoIl lavoro ci stressa, non riusciamo a dormire perché siamo stressati, il mal di stomaco che ci rovina le giornate è dovuto allo stress… Questa parola ricorre con una frequenza notevole, nei nostri discorsi. Eppure non è sempre qualcosa di negativo: «Ciò che è dannoso», mi ha spiegato Daniela Lucini, direttrice della Scuola di specializzazione in medicina dello sport ed esercizio fisico dell’Università degli studi di Milano, «è il modo in cui reagiamo agli eventi stressanti. Solo quando la nostra risposta all’evento è inappropriata ed eccessiva si determinano sconvolgimenti psichici, neurologici, ormonali e immunologici tali da rappresentare un pericolo». In quest’ultimo caso gli studiosi preferiscono parlare di distress, laddove la forma di attivazione psicofisica sana di fronte ad eventi nuovi e imprevisti è definita eustress.

I vantaggi dello stress benefico

«Finché riusciamo a gestirlo, lo stress è sempre positivo», mi ha detto Pietro Trabucchi, docente di psicologia dello sport all’Università di Verona e autore di Resisto dunque sono (Corbaccio). L’eustress ci impone infatti una reazione e quindi un cambiamento: «In pratica stimola nuovi apprendimenti, costringe il cervello a creare nuove connessioni e potenzia le nostre capacità». Negli anni molti studi hanno dimostrato le innumerevoli potenzialità sulla mente di uno stress vissuto in modo efficace: gli sconvolgimenti chimici che avvengono nel cervello stressato ci garantiscono maggiore lucidità, e quindi ci rendono più pronti a gestire in modo intelligente la situazione stressante.

Stress positivo? I tre fattori chiave

Alcuni fattori individuali aiutano a trasformare l’ansia in tenacia e il distress in eustress. Eccone tre.

1. Fattori biologici e di temperamento. Alcune persone sembrano più attrezzate ad affrontare in modo virtuoso lo stress e a sopportarlo meglio, e le ragioni sono in parte biologiche e in parte “di carattere”. Ad esempio è noto che gli ottimisti sono più abili a trasformare un evento stressante in un’occasione di miglioramento personale. «Di fronte allo stesso evento», spiega Trabuchi, «come ad esempio aver fatto un piccolo danno alla carrozzeria dell’auto mente guida, l’ottimista dirà “Accidenti, oggi ho guidato male” mentre il pessimista penserà “ho rovinato la macchina, non imparerò mai a guidare bene”». In altre parole pensare in negativo ci porta a dare giudizi pervasivi e immutabili, che ci spingono a non superare le avversità e dunque a sentirci sempre stressati.

2. Fattori esperienziali. Avere fatto esperienza della propria capacità di superare le avversità ci rende più capaci di vivere lo stress in modo positivo: «Quando alle persone si mostra come in passato siano riuscite a superare positivamente eventi stressanti le loro chance di vivere meglio lo stress futuro aumentano», aggiunge Lucini. Così ad esempio chi ha avuto modo di parlare in pubblico varie volte cavandosela sempre bene in futuro avrò minori rischi di vivere queste situazioni in modo negativo. Anzi, saprà usare lo stress per darsi la giusta carica».

3. Fattori comportamentali. Di fronte allo stress possiamo adottare due tipologie di comportamento: virtuoso o dannoso. Molte persone quando sotto pressione invece di attivare le risorse per superare l’impasse mettono in atto comportamenti apparentemente tranquillizzanti e consolatori: fumano una sigaretta, mangiano uno snack o cercano la fuga allontanandosi dalla causa dello stress, magari con una bella dormita. «Tuttavia questi comportamenti danno beneficio immediato ma non ci aiutano a superare lo stress», spiega Lucini. «Anzi, peggiorano lo stato d’animo: è dimostrato infatti che queste attività ci rendono più deboli e non di rado causano ulteriori problemi psicofisici». Piuttosto, dedicarci all’attività sportiva è un buon modo per migliorare la resistenza allo stress e per affrontare al meglio le sfide di ogni giorno.

L’articolo completo su Airone, febbraio 2021