Appaiono gentili, simpatici e all’inizio di una storia d’amore sembrano dei partner ideali. Peccato che con il tempo diventa chiaro che questi loro modi non sono altro che comportamenti manipolativi grazie ai quali ottengono sempre ciò che vogliono dal loro partner. Senza che questo si renda conto di essere stato plagiato. Non si tratta di scenari rari: molte coppie oggi, spiegano gli psicologi, si rompono per colpa di dinamiche basate sulla tendenza di un partner a manipolare subdolamente l’altro. Non è facile capire di aver accanto un manipolatore: «Una caratteristica tipica di questi soggetti», spiega Valerio Rosso, psichiatra e autore del blog Valeriorosso.com e dell’omonimo canale YouTube, «è la seduttività». Sono infatti affascinanti, ammalianti e fanno spesso uso della sensualità per risultare magnetici. Spesso sono le loro stesse vittime a cercarli.
Racconti strappalacrime
Ma non c’è solo la seduzione. La forza di chi sa ottenere amore, attenzioni e successi nella vita attraverso il controllo degli altri passa anche da molti meccanismi psicologici che mette atto spesso inconsapevolmente. Cinzia Mammoliti, criminologa, formatrice e autrice del saggio I serial killer dell’anima (Sonda), racconta su Affaritaliani.it la testimonianza di una donna che ha subito violenza psicologica da parte un uomo manipolativo. Monica, questo il suo nome, parla di un uomo gentile e affabile che sin dai primi incontri le parla di un passato turbolento: relazioni in cui aveva amato ma era sempre stato tradito, un’infanzia caratterizzata da un padre assente e aggressivo e una lunga battaglia contro il cancro. La donna prova empatia e amore verso quell’uomo così sfortunato, almeno finché – dopo qualche tempo di frequentazione – quell’uomo diventa aggressivo mentre a Monica appare via via chiaro che molti di quei racconti strappalacrime erano in parte o del tutto inventati per ottenere attenzioni.
Le relazioni pericolose
«Hai fatto un preciso ritratto del tipico manipolatore», le risponde Mammoliti: «corteggiamento serrato, menzogne, aggressività, contraddittorietà. Ma l’hai riconosciuto e sei riuscita a fermarti e a fermarlo». Ciò però non capita frequentemente, purtroppo: la dipendenza che questi soggetti creano produce spesso un vero e proprio trauma che rende estremamente difficoltoso, e a volte impossibile, il distacco da loro. La tendenza ad alterare la realtà è tipica dei manipolatori: è il loro modo per apparire sempre nel giusto e non perdere il loro fascino. Molto spesso fanno leva sulla compassione: raccontare di malattie o di un passato difficile serve a far presa su partner facilmente influenzabili.
Quando è una malattia mentale
Peraltro al manipolatore non mancano buone capacità comunicative: sa usare le parole e la comunicazione non verbale per attrarre. «Sono soggetti empatici», aggiunge Rosso. Purtroppo in diversi casi la loro manipolazione nasconde veri e propri disturbi psichiatrici: «I tratti seduttivi e manipolativi sono presenti nei soggetti affetti da disturbi di personalità, in particolare quello narcisistico, borderline e istrionico», prosegue lo psichiatra. Ciò non significa che i manipolatori siano sempre malati di mente: un manipolatore è patologico quando non riesce a non esserlo. «In questi casi infatti il soggetto non sa nemmeno perché si comporta in questo modo».
Abusi durante l’infanzia
La ragione che li spinge a questi comportamenti va quindi cercata nel profondo: «Spesso il manipolatore patologico riattiva nella coppia una dinamica che ha vissuto durante l’infanzia nel rapporto con i genitori», aggiunge Rosso. «Manipolare per questi soggetti non è una scelta ma una necessità per controllare gli altri al fine di contenere l’angoscia di non essere stati amati abbastanza». Durante l’infanzia, infatti, hanno spesso vissuto con madre e padre una relazione incostante, frustrante e priva di accudimento. Non di rado sono soggetti che hanno alle spalle storie di abuso psicologico, come accade ad alcuni figli di coppie divorziate che hanno sperimentato violenza fisica o la hanno vista in famiglia.
Le 3 armi della manipolazione. Sono i tre cavalli di battaglia della persona manipolativa: Menzogna. I manipolatori non riescono a non mentire, anche senza motivo: “rigirano la frittata” così da sembrare sempre nel giusto. Spesso lo fanno senza raccontare bugie, il che li farebbe apparire nell’errore, ma semplicemente modificando in parte i dati di realtà. E se il partner glielo fa notare, gliene danno la colpa. A questo scopo fanno spesso uso delle loro doti istrioniche, abbellendo il racconto con dettagli per rendere il tutto più credibile. Senso di colpa. Randi Gunther, psicoterapeuta di coppia, spiega su Psychology Today che grazie alle loro doti teatrali i manipolatori sono abilissimi nel far sentire in colpa il partner: «Contano sul fatto che questo cederà sempre di fronte alle loro reazioni emotivamente esagerate». Finto altruismo. Il manipolatore finge generosità per ottenere qualcosa per sé: un classico è quando regala al partner un oggetto cosciente che sarà lui stesso a usarlo. Oppure si può mostrare estremamente altruista ma soltanto con lo scopo di preparare il terreno quando, di lì a poco, chiederà al partner un favore ben più grande.
L’articolo completo su Airone, gennaio 2021