«C’è una realtà incontrovertibile: se non vi amate e non vi piacete abbastanza, difficilmente piacerete agli altri o sarete amati come desiderate». A scriverlo è lo psicologo Umberto Longoni nel suo recente saggio L’autostima si impara. Esercizi per aumentare la fiducia in se stessi (Franco Angeli). Purtroppo un mondo che attribuisce valore alle persone soprattutto in base al loro funzionamento sociale – e quindi in definitiva al ruolo professionale che svolgono – ci rende fragili: basta un licenziamento e ci convinciamo di non valere nulla. Così oggi l’amor proprio non è più una certezza, ma piuttosto una dote estremamente delicata che ogni accadimento avverso della vita può minare.
Le regole dell’autostima
La capacità di apprezzarci deriva moltissimo dalle esperienze infantili, eppure si può fare qualcosa per accrescere la nostra autostima. Ma a un patto: quello di non essere troppo rigidi nelle valutazioni che diamo a noi stessi. «Chi percepisce il proprio modo di essere come immutabile difficilmente sarà disposto a rivedere la propria concezione di sé», mi ha spiegato Angelica Moè, docente di Psicologia della motivazione e delle emozioni all’Università di Padova e autrice di Autostima. Che cosa è, come si coltiva (Laterza). Longoni illustra alcuni trucchi per imparare a stimarsi di più: eccone tre.
1. Riconosciamo i nostri traguardi raggiunti
Chiunque di noi ha vissuto momenti difficili che ha poi superato con le proprie forze: impariamo allora a guardarci indietro e a complimentarci con noi stessi per avercela fatta. Spesso, però, chi ha poca autostima in questi casi dice: «Beh, non ho fatto nulla di eccezionale, tutti al mio posto sarebbero stati capaci». In pratica, tende a sminuire i propri sforzi. Ma è un errore: «Ci sono persone che dopo certe difficoltà della vita non si risollevano più e rinunciano definitivamente alla lotta per migliorare la propria esistenza», scrive Longoni.
2. Smettiamola di fare confronti
Quante volte la nostra autostima è bassa solo perché continuiamo a paragonarci agli altri? Longoni usa una metafora: «Se possedete la natura e l’indole del salice, non dovreste invidiare le qualità di alberi che vi sembrano più forti o più fortunati ma, invece, sarebbe meglio se cercaste di valorizzare le vostre». Ciascuno di noi è una persona unica e non possiamo necessariamente pretendere da noi gli stessi risultati raggiunti dagli altri, amareggiandoci quando qualcuno appare più bravo di noi.
3. Impariamo a perdonarci
Non è vero che le persone con alta autostima sbagliano meno: semplicemente lo danno meno a vedere in quanto sanno perdonarsi, e lo fanno proprio perché si amano incondizionatamente. Le persone con bassa autostima sembrano invece compiacersi dalla sofferenza che nasce ripensando a ciò che hanno fatto male: «È come se fossero troppo attratti dai pensieri infelici», dice Longoni. Ancora una volta occorre cambiare punto di vista: «Perdonarsi vuol dire avere un atteggiamento di autocompassione, il che implica accettare la propria natura umana consapevoli che tutti sbagliamo», conclude Moè.
L’articolo completo su Airone, luglio 2020