Liste e agende aiutano la memoria?

memoria liste agendaNo, contrariamente a quanto immagineremmo: più annotiamo e meno ricordiamo. Liste, agende e calendari cartacei o digitali sono un’arma a doppio taglio: possono farci credere di avere tutto sotto controllo, ma non ci permettono di gestire gli imprevisti e ci rendono persino più stressati. «In particolare per le persone ansiose che temono di non ricordare i propri impegni», mi ha spiegato lo psicologo milanese Davide Algeri, «seguire programmi può diventare un’ossessione». Chi tende a pianificare troppo dovrebbe quindi contare più sulle associazioni mentali: invece di annotare tutto possono tenere a mente gli impegni della giornata visualizzando i luoghi dove li dovranno svolgere. Del resto, uno studio pubblicato da Nature ha spiegato che la capacità di memorizzare eventi non dipende da aree cerebrali ipersviluppate ma da strategie di apprendimento. Inoltre le “to-do list”, cioè gli elenchi di cose da fare, hanno un altro difetto: ci fanno perdere tempo per stilarle invece di occuparci dei nostri reali impegni.

La memoria dello studente

Tenere la memoria in esercizio è importante, ad esempio per evitare quei vuoti di memoria che gli studenti conoscono bene: «Si tratta di un fenomeno molto comune», spiegava in un’intervista Vincenzo Cestari, psicologo alla Sapienza di Roma. Nella memorizzazione di un’informazione un ruolo fondamentale gioca infatti il contesto in cui essa viene acquisita: «Se ci troviamo in condizioni simili a quelle in cui abbiamo studiato è più facile recuperarla», aggiunge Cestari. Il che ovviamente non avviene quando uno studente è di fronte al professore, in un luogo ben diverso dalla stanza dove ha preparato l’esame. Non a caso si basa su questo concetto una delle tecniche mnemoniche preferite dalle persone dotate di una memoria straordinaria, quella dei loci (“luoghi”, in latino). Con questo sistema, citato già da Cicerone, i singoli dati o nomi da ricordare vengono mentalmente sovrapposti a immagini di un percorso ben scolpito nella mente, come ad esempio quello che ci conduce da casa a lavoro. La rappresentazione visuale aiuta infatti a ricordare l’ordine di fatti o oggetti.

puntoesclamativoSmemorati? Colpa di Arc. C’è una proteina nel cervello che funziona come un interruttore che accende e spegne i ricordi: chiamata Arc e individuata da ricercatori della University of California (Usa) per ora solo nei topi, sarebbe responsabile dei ricordi a lungo termine. Durante l’apprendimento di informazioni e abilità nuove, all’interno delle cellule questa proteina si sposta dalla periferia verso il nucleo. Inoltre Arc sembra essere coinvolta nello sviluppo di malattie neurologiche: nei pazienti affetti da morbo di Alzheimer, ad esempio, sembra essere assente o malfunzionante.