I 3 piaceri che fanno male (o no?)

fritturaLe cose che piacciono di più fanno male? A volte è vero, ma non sempre. Ci sono alimenti e abitudini quotidiane che possono farci sentire in colpa perché magari abbiamo sentito che, in qualche modo, potrebbero essere dannosi. Prima di abbandonarli del tutto, però, informiamoci: forse in qualche caso ci basterà fare soltanto un po’ più di attenzione.

Sai resistere alle tentazioni?

La lampada e il lettino solare

Va bene, ma il meno possibile e con la crema solare. Ma evitiamo del tutto se abbiamo i capelli rossi.
Qual è la paura? L’esposizione alle radiazioni causa cancro alla pelle.
Perché? Si ritiene che le radiazioni Uv favoriscano l’insorgenza del melanoma, il più grave tumore cutaneo.
Come stanno le cose? Diversi studi, come uno dello scorso anno condotto all’Università di Chicago (Usa), hanno confermato: chi inizia a usare lampade e lettini solari prima dei 35 anni ha un rischio di melanoma superiore del 75 per cento. Inoltre le radiazioni Uv invecchiano la pelle causando rughe, macchie e lassità cutanea.
Cosa dice l’esperto? «Venti minuti in un lettino equivalgono a due ore di sole a mezzogiorno senza protezione solare», mi ha spiegato Antonio Costanzo, dermatologo presso l’Istituto Humanitas di Milano. «L’entità del danno dipende dal colore della pelle e dalla presenza di abbronzatura precedente: fondamentale ridurre al minimo l’uso e usare creme protettive. Dovrebbe astenersi del tutto chi ha fototipo 1 (capelli rossi) e chi è affetto da lupus eritematoso, una malattia autoimmune».

Andare a letto tardi

L’importante è dormire bene e a sufficienza…
Qual è la paura? Che coricarsi tardi possa sconvolgere il ritmo sonno-veglia.
Perché? In Occidente si va a letto sempre più tardi, con conseguenze sulla qualità del sonno: dati recenti mostrano ad esempio che i problemi di digestione sono superiori del 150 per cento nei lavoratori notturni.
Come stanno le cose? Il sonno insufficiente è correlato ad aumento di peso, diabete 2 e malattie cardiovascolari. Però conta di più come e quanto dormiamo rispetto all’orario in cui ci corichiamo.
Cosa dice l’esperto? «Agendo sul sistema immunitario», mi ha detto Raffaele Ferri, neurologo dell’Associazione italiana di medicina del sonno, «la privazione di sonno favorisce le infezioni e aumenta il rischio di cancro». Certo non siamo tutti uguali: i cosiddetti “gufi” sono più performanti la sera mentre le “allodole” amano le attività diurne. L’ora di coricarsi va individuata anche in base a questo. L’importante è la regolarità: «Mantenere gli stessi orari favorisce i ritmi circadiani», mi ha spiegato Carlo Signorelli, docente di Igiene e sanità pubblica all’Università di Parma. «Dovremmo comunque garantirci almeno sei ore a notte». Ma è un dato individuale: «Un giovane può averne bisogno di 7 o 8 ore mentre un anziano meno», conclude Ferri.

Le 10 regole per dormire bene

Il fritto

Non fa così male come crediamo…
Qual è la paura? Che possa essere cancerogeno.
Perché? Alcuni anni fa una raccomandazione dell’Unione europea aveva posto attenzione sui contenuti di acrilammide, sostanza tossica presente negli alimenti cotti ad alte temperature come appunto i fritti.
Come stanno le cose? Certamente in grandi quantità il fritto può essere dannoso, ma conta molto il modo in cui si prepara e gli oli impiegati. Preferiamo fritti asciutti, segno che il cibo ha assorbito meno grassi, e preparati con oli ad alto “punto di fumo” che evitano la formazione di composti polari cancerogeni.
Cosa dice l’esperto? «Meglio usare olio di oliva o di arachidi, entrambi monoinsaturi», mi ha spiegato Michele Panunzio, nutrizionista. «Preparato in questo modo il fritto è un buon alleato», mi ha detto Massimo Spattini, nutrizionista e autore di Alimentazione e integrazione per lo sport e la performance fisica (Lswr): «stimola il fegato e può migliorarne il metabolismo. Ovviamente non parliamo di patatine fritte, che sono da limitare fortemente per il loro altissimo indice glicemico». Certamente è un alimento calorico: «Anche la frittura fatta nel modo migliore resta pur sempre grassa», mi ha spiegato Andrea Ghiselli dell’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione.