Si tratta di un particolare “inganno” della memoria che colpisce diverse persone al mondo contemporaneamente e che avviene quando in tanti ricordano in modo errato un dato evento storico. Il termine nasce nel 2009 quando una studiosa americana di paranormale, Fiona Broome, si rese conto durante una conferenza che molti dei presenti, così come lei stessa, erano convinti che il leader sudafricano della lotta all’apartheid Nelson Mandela fosse morto in prigione negli anni Ottanta. In realtà, all’epoca era ancora vivo.
Colpa dei falsi ricordi
Come è possibile che molti condividessero lo stesso errore di memoria? Sul sito www.mandelaeffect.com Broome ha negli anni raccolto molti esempi simili: ad esempio tutti ricordiamo la celebre battuta «Suonala ancora, Sam» detta da Ingrid Bergman in Casablanca (1942). Peccato che quella battuta non è mai stata pronunciata. Il fenomeno è quello dei falsi ricordi: tendiamo a semplificare le informazioni (la battuta di Casablanca che ricordiamo è una versione breve della frase realmente pronunciata dalla protagonista) ripetendole poi nel modo scorretto fino a che non entrano nella memoria collettiva.
Scientificamente dimostrato
In un esperimento di quasi vent’anni fa ricercatori dell’Università del Missouri-Columbia (Usa) invitarono volontari alla lettura di una lunga serie di parole (ad esempio “buio”, “notte”, “cuscino” e simili) connesse a uno specifico ambito (in questo caso, “sonno”), tuttavia non menzionato. Alla richiesta di ripeterle, quasi tutti i soggetti citarono anche “sonno”. Il motivo? Il cervello colma i ricordi mancanti con ciò che è più plausibile. «Può capitare che questa capacità di trovare associazioni si trasformi in uno svantaggio spingendoci all’autoinganno», spiegarono gli studiosi.
È quel che accade con Mandela: non ricordando se il leader sudafricano è morto, la maggior parte delle persone incontrate da Bloome completava quella lacuna con ciò che poteva essere del tutto plausibile, ovvero che fosse morto durante una sua reale prigionia. Quando poi l’errore viene ripetuto da più persone, si attiva un meccanismo di rinforzo che rende il falso più vero del vero.
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