Migliora te stesso, Reinventa la tua vita, Leader di te stesso, Cambio vita in 6 comode lezioni… Basta farsi un giro in libreria per trovare una marea di volumi con titoli simili che ci spiegano come diventare persone migliori, superare i nostri limiti e addirittura cambiare la nostra personalità. Indirettamente, sembrano volerci confermare la nostra paura di non essere mai all’altezza delle situazioni. Secondo Svend Brinkmann, psicologo alla Aalborg University (Danimarca) e autore di Contro il self help. Come resistere alla mania di migliorarsi (Cortina), le tecniche e i corsi di “miglioramento personale” non sono la strada giusta. Per l’autore la mania dell’autoaiuto è una iattura della società attuale: è proprio l’incapacità di accettarci per quel che siamo a causare i problemi che questi volumi vorrebbero risolvere.
Una società debole
Il tema è tutt’altro che irrilevante: secondo molti autori questo senso di inadeguatezza che nasce da un ossessivo confronto con ciò che vorremmo essere può portare a vissuti depressivi: è quello a cui si riferisce il filosofo sudcoreano Byung-Chul Han quando descrive l’Occidente come una “società della stanchezza”. In pratica, avverte, abbiamo perso entusiasmo ed energie per colpa di modelli sempre più difficili da raggiungere. E infatti già nel 2017 l’Organizzazione mondiale della sanità lanciò un allarme: la depressione è in costante crescita in tutto il mondo, e in particolare in Occidente. Secondo lo studio Depression and other common mental disorders l’incidenza della patologia è aumentata del 18,4 per cento in dieci anni arrivando a colpire 322 milioni di persone su tutto il pianeta, con picchi nei Paesi sviluppati.
Il segreto? L’amor proprio
Eppure la felicità non sarebbe così difficile da raggiungere. Basterebbe seguire il celebre monito di Friedrich Nietzsche, “Diventa ciò che sei”: «Nella vita cresciamo per processi imitativi», spiega in un’intervista lo psicoanalista e filosofo Umberto Galimberti. «Diventando adulti però bisogna staccarsi da questi modelli e diventare quello che propriamente siamo. E la prima condizione per diventare ciò che siamo è conoscere noi stessi e le nostre potenzialità». In pratica, un po’ di amor proprio che sta nella capacità di far pace con i nostri difetti: convincersi che in fondo andiamo bene così come siamo, e che la nostra vita non è poi così male, è infatti paradossalmente il primo passo per cambiarla in meglio.
L’articolo completo su Airone, febbraio 2020