Stupido è chi… è stupido

stupiditàSiete un dirigente d’azienda e volete superare un periodo di crisi? Evitate di incentivare nei dipendenti il loro spirito d’iniziativa e insegnate loro a eseguire i compiti senza pensare troppo. La teoria, decisamente controcorrente, è di Mats Alvesson, docente Business administration all’Università di Lund (Svezia), e nasce da uno studio pubblicato nel 2012 sul Journal of Management Studies e approfondita in Il paradosso della stupidità (Cortina), scritto insieme ad André Spicer. Alvesson definisce questo atteggiamento come “stupidità funzionale”: «Si tratta della tendenza a ridurre la portata del proprio pensiero e a concentrarsi solo sugli aspetti limitati e tecnici del lavoro», mi ha detto Paolo Iacci, docente di Gestione delle risorse umane all’Università di Milano e autore di L’età del paradosso (Egea). «Quando le persone entrano in questo meccanismo sono comunque in grado di svolgere bene il proprio lavoro, ma evitano di porsi domande».

La stupidità funzionale è utile?

Nel breve periodo questo atteggiamento semplifica le procedure e migliora la produttività, ma nel lungo impoverisce le competenze. Eppure molte aziende scelgono questa strada: secondo i dati raccolti dal report Randstad Hr Trends and Salary del 2017, voluto dall’omonima società di ricerca e selezione e condotto con l’Università Cattolica di Milano, ben il 36 per cento dei 355 dirigenti intervistati giudica la stupidità funzionale in modo positivo. Se il 64 per cento considera il conflitto utile, meno di uno su tre si adopera per sostenere un sano confronto: «Se per evitare i contrasti tutti cercano di pensare allo stesso modo, nessuno più pensa», conclude Iacci.

Stupidi anche i capi di Stato…

Ma la stupidità, oggi, non è solo in azienda. Secondo molti studiosi, benché tecnologicamente avanzata la nostra epoca sta assistendo a un ritorno massiccio di comportamenti avventati e stupidamente irrazionali. Il motivo? Da quanto emerge in una ricerca dell’Università di Stanford (Usa) la ragione sarebbe semplice: gli esseri umani hanno raggiunto il picco della loro evoluzione cerebrale oltre duemila anni fa. Società sempre più sicure avrebbero infatti “impigrito” le nostre capacità psichiche: un tempo infatti gli esseri umani pagavano caro il prezzo della loro stupidità, in quanto bastava un errore banale, come affrontare una belva in modo incauto, per perdere la vita. Così non stupisce come l’appiattimento dell’intelligenza riguardi ormai chiunque. Nel suo recente Il trionfo della stupidità lo scrittore francese Armand Farrachi sostiene proprio questo. In un’intervista al Corriere, l’autore fa notare come la stupidità oggi abbia a che fare anche con il linguaggio impoverito adottato persino dai capi di Stato: «Donald Trump ha dichiarato a una giornalista di aver preso la decisione di bombardare la Siria, nell’aprile del 2017, “davanti alla più bella fetta di torta al cioccolato che si possa immaginare”. L’assurdità di quell’accostamento toglie alla decisione militare qualsiasi serietà, qualsiasi validità strategica o tattica». Insomma, non se ne esce più…

L’articolo completo su Airone, dicembre 2019