Alcuni anni fa British Airways equipaggiò un volo da Londra a New York con alcune coperte, battezzate Happiness Blanket (“coperte della felicità”), con cui i passeggeri potevano riscaldarsi durante la traversata oceanica. Grazie a sensori collegati alle loro teste, microscopici led sul tessuto cambiavano colore in funzione del grado di stress psicologico avvertito dai passeggeri. L’iniziativa era pensata per pubblicizzare il grande comfort degli aerei della compagnia britannica, tuttavia fu utile anche a mostrare quanto è variabile il livello di ansia sperimentato dai passeggeri. Il volo infatti può essere ancora oggi fonte di agitazione o paura, per alcuni: da una ricerca condotta su 5mila soggetti da Lucas Van Gerwen, psicologo che segue i passeggeri dell’aeroporto di Amsterdam, è emerso che all’origine di questa fobia c’è per le donne la paura che l’aereo cada mentre per i maschi l’angoscia di non poter controllare l’aereo.
Non dovremmo averne paura
A chiunque tema l’aereo si ricorda sempre quanto questo sia il mezzo di trasporto più sicuro: nelle classifiche della pericolosità dei viaggi, come quella calcolata dall’ufficio statistico del Nevada department of employment, training and rehabilitation (Usa) sul numero di morti per miliardo di chilometri percorsi, il mezzo più pericoloso è la moto con 108,9 decessi seguita dai propri piedi con 54,2 morti tra i pedoni, ci sono poi la bicicletta (44,6), l’auto (3,1), i trasporti su acqua (2,6), il camion (1,2), il treno (0,6), l’autobus urbano (0,4) e, ultimissimo, proprio l’aereo (0,05).
L’importanza dei controlli
«Il mondo aeronautico è strettamente regolamentato», mi ha detto Cesare Cardani, docente di Impianti e sistemi aerospaziali al Politecnico di Milano. «Dal progetto all’esercizio tutto avviene secondo procedure da cui non ci si può esimere». Inoltre ciascuna fase del volo è scandita da un elevato numero di controlli obbligatori. Ma se è tutto sotto controllo, allora quali sono le cause dei seppur pochi incidenti? «La principale è il fattore umano: errori dovuti al comportamento di piloti, copiloti ma anche personale di manutenzione e di controllo del traffico», spiega l’ingegnere. «Un tipico fattore negativo è la compliance, cioè la tendenza a tollerare comportamenti o abitudini non perfettamente regolari ma ritenuti di scarsa importanza».
Già dalla partenza
Per questo già durante il rullaggio, cioè la fase di spostamento dell’aeromobile dalla piazzola di sosta dell’aeroporto alla pista, è obbligatoria per i piloti la lettura ad alta voce della check list: si tratta di una lista di controlli da eseguire in modo pedissequo e senza tralasciare nulla sui comandi di volo e sul radar meteo. «Al contrario, i guasti puramente tecnici sono rarissimi», conclude Cardani. Del resto la cultura della sicurezza di bordo si sta affermando sempre di più evitando così che un singolo errore possa causare una reazione a catena potenzialmente disastrosa.
Ma come fa a stare in aria? Mentre viaggiate in auto a velocità sostenuta, provate a sporgere una mano dal finestrino tenendola orizzontale. Se la inclinate verso l’alto come l’ala di un aereo sentirete che la forza dell’aria la spinge all’indietro e in alto. Lo stesso accade con le ali di un aereo: la forza che lo sostiene è quasi solo quella dell’aria, detta “portanza”. Durante il decollo i motori servono quindi a far raggiungere all’aereo la velocità necessaria a che l’aria sostenga l’aereo mentre durante la crociera producono la propulsione che fa muovere l’aereo in orizzontale.