Le 6 regole anti sopruso

piedi-in-testaSiamo un po’ tutti Fantozzi. Il personaggio interpretato da Paolo Villaggio rappresenta bene un comportamento che chiunque di noi ha sperimentato almeno qualche volta nella vita: quello di chi immancabilmente si fa mettere i piedi in testa dagli altri, cioè chi per paura o incapacità finisce sempre col subire i soprusi di colleghi, amici e familiari. Ma qual è l’identikit di chi subisce sempre? Le persone che si fanno sottomettere da tutti si esprimono in genere con eccessiva docilità, subordinazione e disponibilità: «Sono caratteristiche riconoscibili anche da una comunicazione non verbale difensiva, tesa a proteggersi: sguardo basso, gesti controllati, spalle incassate, voce flebile, lunghe pause, frasi brevi», mi ha detto nel corso di un’intervista Gennaro Romagnoli, psicologo e psicoterapeuta. Ma si tratta di un circolo vizioso: «Sono timidi e impauriti, e quindi parlano con voce bassa e poco convinta; gli altri mettono loro i piedi in testa e questo aumenta le loro emozioni negative spingendoli a parlare sempre peggio e in modo sempre meno assertivo».

Il bullismo? C’è anche tra adulti

Tipicamente succede ai ragazzini che vengono presi in giro e subiscono le angherie di tutti, a scuola. «Una ricerca di alcuni anni fa», mi ha detto Bruna Ferrarese, formatrice nell’ambito delle risorse umane e autrice dell’ebook Comunicazione assertiva (Bruno editore), «tracciava un identikit delle vittime di bullismo: ragazzi timidi, riservati, tranquilli e sensibili con difficoltà a socializzare e pochi amici. Intelligenti, vengono lodati dagli adulti e per questo suscitano invidia fra i coetanei». Il bullismo verbale riguarda però anche gli adulti, ad esempio sul lavoro: lo scopo è mettere il collega in cattiva luce. Secondo gli psicologi, gli autori di queste azioni hanno molto in comune con i ragazzi prepotenti che probabilmente sono stati.

Essere assertivi, prima di tutto

Ecco allora i sei comandamenti per evitare di farvi mettere i piedi in testa da tutti, sul lavoro, con gli amici, nelle relazioni.
1. Non reprimete le vostre emozioni, esprimetele anche semplicemente dicendo ad esempio «Scusami, ma questa cosa mi irrita». In questo modo le persone capiranno che hanno a che fare con qualcuno in grado di opporsi e di ribellarsi.
2. Date risposte sicure, forti su cosa è giusto e cosa è sbagliato. Se avete un collega che vi chiede di fare per lui del lavoro, cercate di capire se se ne sta approfittando. Magari potreste rispondergli che prima volete finire il vostro lavoro e poi darete una mano a lui. Se dovete dire di no, fatelo senza paura e guardando l’altro direttamente negli occhi.
3. Imparate ad avanzare richieste gentilmente, ma senza paura, e assumendovi la responsabilità di un eventuale insuccesso: a volte ci facciamo mettere i piedi in testa dagli altri perché non mostriamo di avere legittime pretese.
4. Per la stessa ragione, imparate ad accettare e a esprimere critiche in modo costruttivo.
5. Evitate gesti di nervosismo. Prima di iniziare un colloquio di lavoro, ad esempio, assicuratevi di non lasciarveli scappare. Se ad esempio avete l’abitudine di giocherellare con l’orologio da polso o di arricciarvi i capelli, tenete entrambe le mani occupate con una cartellina.
6. Se la vostra richiesta ha avuto una risposta negativa, non demordete e non abbiate paura di insistere ripetendo brevemente e con incisività la richiesta. Usate senza paura il verbo “volere”.

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