Londra, scorso dicembre: a bordo di un autobus una coppia, in pieno giorno, sta facendo sesso su un sedile in mezzo ai passeggeri allibiti (video). Non sappiamo se i protagonisti fossero ubriachi o sotto l’effetto di stupefacenti, certamente però una situazione di questo genere fa scalpore persino in una società senza quasi più tabù come la nostra. Il pudore verso ciò che è normalmente privato e intimo, infatti, resiste ancora: la maggior parte di noi non farebbe mai sesso nel bel mezzo di un autobus per il semplice senso di imbarazzo e vergogna, prima ancora che per non infrangere la legge. «Il pudore è una sorta di protezione psicologica volta a difendere se stessi», mi ha spiegato Francesca Fiore, psicoterapeuta e docente presso la Sigmund Freud University di Milano.
Come nasce il pudore
Questa emozione però non riguarda solo la sessualità: anche la sola esposizione della nostra nudità, che generalmente concediamo solo a chi ci è più intimo, è oggetto di pudore. Il motivo? Ha comunque in qualche modo a che fare con l’erotismo, spiegano gli studiosi. Naturalmente però contesti diversi possono accentuare o ridimensionare il nostro senso del pudore: se infatti non ci mostreremmo mai senza vestiti davanti a sconosciuti per strada, nello spogliatoio della palestra il tabù viene meno perché la nudità in quell’ambito è culturalmente accettata. Non solo, il senso del pudore è legato anche all’autostima: «Chi possiede una maggiore stima di se stesso è più propenso a non sperimentare pudore», aggiunge Fiore. «Al contrario, bassa autostima, gravi traumi, maltrattamenti e abusi potrebbero portare a manifestazioni di pudore di maggiore intensità».
Gli adolescenti e il pudore
Molto dipende infatti da come siamo cresciuti: «Il pudore si sviluppa nel momento in cui cominciano i confronti sociali, attorno ai 4 o 5 anni», prosegue la psicoterapeuta, «e si intensifica con la pubertà». Prima infatti il bambino non ha tabù ed è anzi tendenzialmente sfacciato: «È sempre pronto a esibire il suo corpo, di cui è orgoglioso», ha detto in un’intervista il pediatra Gianfranco Trapani, coautore di Sessualità e amore. Come rispondere alle domande imbarazzanti dei vostri bambini (Giunti) insieme a Stefania Piloni. Il pudore emerge quando il bimbo studia l’atteggiamento dei grandi nella loro sfera di intimità e, quindi, imitandoli adotta le stesse strategie. Certo è che da adolescenti il tema si fa ancora più delicato: crescendo infatti alcuni ragazzi mostrano talvolta un eccesso di pudore che sfocia nella vergogna per il proprio corpo.
Vergognarsi del proprio corpo?
Questo vale in particolare per i ragazzi con una personalità fortemente narcisista e quindi immatura: secondo uno studio del 2008 condotto all’Università del Michigan (Usa) e pubblicato su Child Development, i ragazzi con minore autostima tendono infatti a reagire in modo più aggressivo quando provano vergogna: «Le situazioni fonte di vergogna costituiscono una minaccia all’io dei soggetti narcisisti e l’aggressività tende quindi a essere una forma di difesa», ha spiegato Brad J. Bushman, coautore di questa ricerca condotta sulla base di questionari e test somministrati a più di 160 ragazzini. I genitori dovrebbero quindi fare attenzione a non instillare nei giovanissimi un eccessivo senso del pudore o della vergogna connessi al corpo: potrebbero essere causa di disagio nella vita adulta e di coppia.
L’articolo completo su Airone, aprile 2018