Cambiano lavoro facilmente, preferiscono i prodotti biologici, hanno un canale su YouTube dove pubblicano video girati dalla loro cameretta, hanno centinaia (o migliaia) di contatti su Facebook che chiamano “amici” anche se non si sono mai visti dal vivo, non hanno grande interesse per il possesso di un’automobile e tremano all’idea che gli si scarichi lo smartphone mentre sono lontani da casa. Sui Millennials, i giovani che oggi hanno tra i venti e i trent’anni circa, in questi ultimi tempi sono state condotte centinaia di indagini sociologiche e di marketing. A torto o a ragione, sembrano i protagonisti della nostra contemporaneità.
La moda, sempre importante
Su di loro è stato scritto tutto e il contrario di tutto, ma su un tema oggi si sa certamente molto dei Millennials: le loro scelte di consumo. Su di loro è concentrata infatti grande attenzione delle aziende che trovano in questi ragazzi insicuri bersagli interessanti per vendere prodotti e servizi sempre nuovi. Così la moda ha un ruolo importante: i dati del Worldwide Market Monitor presentati recentemente in occasione dell’Osservatorio Altagamma mostrano come nel 2017 a livello globale l’80 per cento delle vendite di beni di lusso siano riconducibili proprio ai Millennials di entrambi i sessi. Pochi soldi, quindi, ma spesso investititi nel superfluo. Il motivo? È pur sempre la generazione dell’apparenza: dismessi da decenni i panni dei ribelli, i giovani di oggi hanno vissuto l’adolescenza su Instagram e in molti casi vedono come riferimenti le star nate dal nulla che, grazie ai social e al culto dell’immagine, sono diventate celebrità.
Ragazzi che si annoiano in fretta
Ciò però non significa che i Millennials siano ossessionati dal possesso di beni materiali, anzi: «Spesso al consumismo preferiscono la fruizione di emozioni», ha detto in un’intervista Marilena Colussi, partner di Sga Wine Design ed esperta di ricerche di mercato. Così ad esempio all’acquisto dell’auto preferiscono il semplice utilizzo, grazie al car sharing. Allo stesso modo nella moda ha avuto successo la formula di Rent the Runway, startup che per poche decine di euro permette di noleggiare abiti e accessori di marca per qualche giorno. Se secondo molti questo rappresenta un rifiuto del consumismo, per altri è semplicemente un modo per sperimentare di più e per cambiare look in continuazione. In fondo è la fame di novità a motivare questa generazione di ragazzi che si annoiano in fretta.
Cambia il modo di fare acquisti
È quello che capita quando devono comprare qualcosa. I giovani tra i venti e i trenta sono cresciuti con l’idea secondo cui ogni cosa si può ottenere subito e, grazie al web, che le informazioni sono sempre disponibili: «Per questo li trovate spesso intolleranti nei negozi», spiega Federico Capeci, autore di Post Millennial Marketing (Franco Angeli): «rispetto alle loro aspettative, il magazzino sarà sempre toppo poco ampio, i prodotti troppo comuni, il commesso poco preparato, il proprietario poco incline a cambiare offerta in base ad un loro suggerimento e così via». Pertanto anche i modi di fare shopping sono cambiati: con meno possibilità economiche rispetto ai loro fratelli maggiori e ai loro genitori, i Millennials sono attenti e informati. E prima di comprare, specie se online, confrontano attentamente i prodotti. Laddove le generazioni precedenti attribuivano grande valore alla marca, i Millennials sono invece più attenti alle recensioni degli altri utenti e naturalmente al prezzo.
L’articolo completo su Airone, dicembre 2017