Dal 2008 al 2012 Patrick Stübing ha combattuto una battaglia in tribunale per rendere legale l’amore per la sua Susan (foto). Il motivo? I due amanti, tedeschi di Potsdam e genitori di quattro figli, sono biologicamente fratello e sorella. Adottato in tenera età, Patrick conobbe Susan solo quando lui aveva 24 anni. Da allora hanno iniziato una relazione, da cui sono nati quattro figli di cui soltanto uno è fisicamente e psichicamente sano: gli altri, affetti da pesanti disabilità, sono stati affidati a famiglie adottive. Colpevole di questa relazione incestuosa (all’epoca la sorella non era maggiorenne), Patrick si è fatto tre anni di carcere: in Germania le relazioni tra consanguinei sono ancora oggi punite, esattamente come in Italia dove è il Codice penale a prevedere pene fino a otto anni.
Il rifiuto per il tabù
Il mondo cambia, le norme sociali si fanno sempre meno stringenti, eppure alcuni argomenti come l’incesto restano ancora tabù: uno di questi è appunto l’incesto. Infrangere divieti sociali e morali di questo tipo è infatti percepito come un atto contro natura, tanto nelle società primitive quanto in quelle ipertecnologiche come la nostra. Universali o legati al singolo contesto storico, i tabù come l’incesto hanno pur sempre una funzione sociale: «Servono a preservare gli equilibri del contesto culturale», mi ha spiegato in un’intervista Laura Faranda, docente di Antropologia culturale alla Sapienza di Roma, «e quindi a organizzare le relazioni interpersonali». Perché questo avvenga però occorre che il tabù comporti privazioni ma anche vantaggi pratici o sociali: l’incesto serve a impedire legami tra consanguinei causa di prole geneticamente anormale, come nel caso di Patrick e Susan.
Perché l’incesto è vietato
Non solo: il tabù dell’incesto ha l’effetto di obbligare le persone a formare legami con gruppi esterni, portando così a diffondere, e quindi a preservare, una cultura tra membri di vari gruppi anziché tra quelli di uno solo. Un solo piccolo gruppo potrebbe infatti essere facilmente spazzato via da una malattia o da altre calamità. È infatti provato che è la variabilità genetica ad assicurare, agli esseri umani come a tutte le forme viventi, maggiore resistenza agli attacchi esterni e alle patologie. Un vantaggio biologico a cui però sembrano fare eccezione alcune specie animali. Esistono infatti alcuni pesci africani per i quali l’incesto non è solo una pratica consolidata, ma anche una scelta che talvolta conviene. I biologi marini hanno potuto rilevare infatti come il Pelvicachromis taeniatus scelga come partner un proprio fratello (o sorella) dedicando poi più tempo ed energie alla cura della prole di quanto non facciano le coppie non consanguinee. Restano ancora sconosciuti i motivi di questa insolita scelta. Unica ipotesi è che così facendo i maschi si sentono più coinvolti in termini di parentela, anche perché i figli avranno un corredo genetico molto più simile al loro. Un fenomeno analogo era stato riscontrato in passato anche in altre specie di pesci e in alcuni insetti, ma mai si era avuta la prova che l’incesto potesse risultare vantaggioso in termini di sopravvivenza della specie.