Sognare è un’attività che ci accompagna per tutta la vita, tutte le notti. Ma una cosa è certa: espressione del nostro inconscio, i sogni cambiano nel corso della nostra esistenza. Alcuni momenti cardine, situazioni di svolta o di grande cambiamento della vita come il matrimonio, un nuovo lavoro, un lutto importante, sono spesso caratterizzati da una produzione onirica importante: «È facile constatare che il lavoro di elaborazione di quel che ci capita durante la giornata prosegue con intensità nei sogni, in particolare quando dobbiamo risolvere problemi emotivi pressanti», mi ha detto Giuseppe Civitarese, psicoanalista della Società psicoanalitica italiana e autore de Il sogno necessario. Nuove teorie e tecniche dell’interpretazione in psicoanalisi (Franco Angeli). Non esiste infatti una differenza netta tra pensiero diurno e sogno: «Oggi sappiamo che gli strumenti metaforici che la mente impiega nella costruzione dei sogni sono gli stessi che ci permettono di parlare e di pensare razionalmente». In altre parole, sogniamo e pensiamo per simboli e metafore.
Sogni maschili, sogni femminili
L’attività onirica inizia già da piccolissimi, anche se in forme più semplici. Il mondo dei sogni diventa accessibili a partire dai tre anni di età, quando i bambini sono in grado di raccontarli. Gli studi di David Foulkes, psicologo che ha lavorato al laboratorio del sonno dell’Università del Wyoming (Usa), hanno chiarito ad esempio che fino a sei anni sogniamo soprattutto animali e scene fantastiche, scene che raramente ci coinvolgono in prima persona. Si tratta di immagini semplici e in genere statiche che si susseguono senza trama. Le uniche azioni vissute nel sogno sono mangiare e dormire. Con la pubertà le cose cambiano: i ragazzini diventano protagonisti dei sogni e iniziano a differenziarsi le immagini oniriche maschili da quelle femminili. Se i maschi sognano gare, battaglie, partite di calcio, le ragazze tendono a sognare dialoghi e interazioni umane. Con l’adolescenza le cose cambiano ancora: «Spesso i giovani adulti sognano di arrivare in ritardo per un esame o di non riuscire a raggiungere l’aula», ha spiegato a questo proposito Tore Nielsen, ricercatore allo Sleep Research Center dell’Hôpital du Sacré-Coeur di Montréal (Canada), dove nel 2003 fu condotto uno studio sui sogni di quasi 1200 giovani. In questa fase della vita l’80 per cento dei soggetti sogna di essere inseguito o di dover scappare mentre il 73 per cento di cadere nel vuoto. Frequenti a questa età, ovviamente, anche i sogni a sfondo sessuale.
I momenti di svolta della vita
Altro grande momento di cambiamento della vita è la nascita dei figli, in particolare del primo. Neopapà e, soprattutto, neomamme hanno in questa fase una produzione onirica notevole e spesso ricca: sempre Nielsen ha studiato i sogni di 273 donne incinte o neomamme notando come la genitorialità e le ansie a essa collegate influenzino negativamente i sogni già a partire dall’ultimo trimestre di gravidanza e fino ai primi mesi di vita del figlio. In particolare una grossa fetta di donne in questo periodo sogna complicazioni legate al parto o semplicemente di perdere il bambino.
Come si interpretano i sogni?
In ogni caso il sogno è una porta spalancata sull’inconscio e per questo, da Freud a oggi, è uno strumento importante in psicoanalisi. Ma come avviene l’interpretazione del sogno, sul lettino del terapeuta? La prima regola è quella di non avere regole: «Non si dà nessuna istruzione in merito, al paziente», spiega Civitarese. «L’unica indicazione è che egli è libero di dire (o di non dire) tutto quello che gli passa per la testa». Il sogno in altre parole è evocato spontaneamente dal paziente, se e quanto lo ritiene opportuno. «Freud chiedeva di associare sistematicamente a tutti gli elementi del sogno, ossia lavorava sul sogno del paziente. Oggi invece tendiamo a lavorare con il sogno del paziente. In pratica terapeuta e paziente ampliano insieme, parlandone, il senso del sogno nel contesto della vita e della terapia: un processo che assomiglia la modo in cui interpretiamo una poesia».
Simboli e associazioni di idee
Nella maggioranza dei casi i sogni hanno significati diversi a seconda di quello che gli oggetti e le persone sognati possono rappresentare nelle esperienze di vita del paziente. «Frutto di simbolizzazione, il sogno andrebbe decifrato nel suo contenuto manifesto, apparente, per poter accedere al suo vero significato», prosegue Civitarese. Questo avviene attraverso le associazioni mentali del paziente stesso durante la seduta: il modo in cui racconta il sogno aiuta infatti il terapeuta a capire come interpretarlo correttamente.