Ipnosi, una vera terapia

ipnosiAd aprile, presso la clinica odontoiatrica dell’Università di Padova, una donna di quarantacinque anni è stata sottoposta all’estrazione di un dente del giudizio impiegando come anestetico la sola ipnosi. A mandare “in trance” la paziente, allergica ai farmaci usati contro il dolore, è stato Enrico Facco, docente di anestesiologia e rianimazione presso la stessa università, specialista in neurologia ed esperto di terapia del dolore e di ipnosi clinica. Sgombrato il campo da miti e leggende, questa pratica è insomma ormai tutt’altro che superstizione popolare. Anzi, ha dimostrato le sue valenze pratiche: contro il dolore operatorio, come in questo caso, ma anche per alleviare quello cronico di pazienti affetti da patologie importanti o ancora nella risoluzione di molte patologie psicosomatiche. Inoltre se il paziente è ben motivato questa tecnica può essere utile nel risolvere anche molti casi di dipendenza, dall’alcol al tabacco.

L’impatto psicologico dell’ipnosi

Senza dimenticare che l’ipnosi è uno strumento utile anche in psicoterapia, ad esempio per superare inibizioni, fobie e risolvere conflitti interiori e con gli altri. Ad esempio è efficace per trattare le vittime di mobbing: «Il terapeuta porta infatti il paziente a tollerare o ad affrontare chi gli infligge questa forma di sopraffazione», ha spiegato in un’intervista Silvia Giacosa, presidente dell’Associazione medica italiana per lo studio dell’ipnosi. In pratica con l’ipnosi si fanno risperimentare al paziente le situazioni che lo fanno soffrire così da aiutarlo ad affrontarle una volta tornato “in sé”. Un luogo comune vuole però che l’utilizzo principale dell’ipnosi sia quello di aiutare i pazienti a superare traumi profondi avvenuti durante l’infanzia: «I traumi sono alla base di molti problemi psicologici», mi ha spiegato Marco Pacori, psicoterapeuta e ipnologo. «Questo però non significa che ci sia sempre un solo episodio drammatico: anche l’aver vissuto in un clima ansiogeno può essere una causa di disagio da indagare con l’ipnosi». Anche in questo caso la rimozione delle esperienze traumatiche consiste nella rievocazione dell’esperienza passata, nel suo sfogo e nella ricostruzione di un senso di sicurezza e serenità. «L’ipnosi», mi ha detto Enrico Facco, «è utile inoltre a incrementare la capacità di resilienza degli individui, ovvero la capacità di “rimettersi in piedi” dopo un trauma psicologico oppure una sconfitta».

Benessere per mente e corpo

Oggi sono tante le tecniche ipnotiche disponibili e scientificamente affidabili, molte discendenti dalla cosiddetta “nuova ipnosi” introdotta nel secolo scorso dallo psichiatra americano Milton Erickson. Questa ha dato origine ai più̀ accreditati orientamenti psicoterapeutici oggi esistenti. In tutti i casi l’obiettivo è sempre lo stesso: accedere all’inconscio. Durante la seduta il terapeuta entra in comunicazione con questa parte attraverso il sistema limbico-ipotalamico, il ponte di comunicazione tra mente e corpo, tramite il sistema neurovegetativo e l’ipofisi, che può convertire gli impulsi nervosi in messaggi ormonali. È per questo che l’ipnosi stimola i meccanismi di guarigione che ciascuno di noi possiede così da assicurare l’accesso a risorse di cui non siamo consapevoli. Per farlo però occorre staccarsi dalle situazione del passato che ci hanno fatto soffrire: «La sofferenza psicologica nasce spesso dall’incapacità di superare i modelli appresi durante l’infanzia», conclude Facco. Anche in questo senso l’ipnosi può servire per trasportarci verso il futuro abbandonando un passato al quale non sappiamo dire addio.

L’articolo completo su Airone, maggio 2017

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