L’aria di montagna fa bene all’asma?

asmaSì, e non è un luogo comune. Lo confermano numerosi studi condotti negli ultimi anni e l’esperienza clinica condotta dall’Istituto Pio XII Onlus di Misurina (Belluno), unico centro europeo specializzato nella cura dell’asma pediatrico ad alta quota, che ha recentemente lanciato un allarme: l’inquinamento sarebbe causa di un incremento di patologie respiratorie soprattutto (ma non solo) nei bambini. Anche gli studi condotti sono concordi nell’individuare un legame tra aria che respiriamo e patologie respiratorie: fino al 50 per cento di rischio in più di sviluppare asma per chi ne è esposto, percentuale che sale all’80 per cento se si considerano anche le riacutizzazioni di un asma preesistente. «Dobbiamo prima di tutto distinguere due forme: quello allergico e quello non allergico», ci spiega Alfredo Boccaccino, direttore sanitario dell’istituto. «Il primo è scatenato da un allergene mentre il secondo, che nei bambini riguarda il 20 per cento dei casi e negli adulti il 50, è costituzionale: la persona affetta ne è geneticamente predisposta e alcuni eventi possono scatenare la crisi respiratorie». Crisi caratterizzate da fiato corto, respiro sibilante, senso di pesantezza e costrizione al petto possono quindi insorgere con l’esposizione a inquinanti ma anche in seguito a uno sforzo fisico e ad attività sportive intense e senza controllo.

L’asma colpisce di più i bambini

«I bambini hanno una predisposizione all’asma dovuta all’immaturità dell’apparato respiratorio», aggiunge Boccaccino, «e dopo quest’età la maggior parte di loro non ha più problemi». Almeno fino alla maturità: talvolta si manifesta nuovamente dopo i quarant’anni magari in concomitanza con altre patologie come l’obesità (l’adiposità tende a impedire un adeguato movimento del diaframma), il reflusso gastroesofageo e le riniti. «Le terapie consentono oggi un ottimo controllo», precisa Boccaccino, che nel centro di Misurina coordina Campus for Breath, iniziativa basata su soggiorni educativi e diagnostici per pazienti e famiglie che comprendono anche attività fisica e riabilitativa. È infatti dimostrato che la permanenza ad alta quota migliora l’asma refrattario alle terapie grazie alla mancata esposizione ad allergeni e inquinanti: «In montagna i pazienti mostrano un’attenuazione della risposta allergica e inoltre la bassa densità dell’aria determina un miglioramento della respirazione». Così ad alta quota anche la necessità di dipendere da farmaci antinfiammatori, cortisonici e broncodilatatori si attenua, più di quanto non accada al mare dove i benefici dello iodio sono contrastati dall’ozono, più concentrato vicino alle coste e, secondo recenti studi, associato all’incidenza di problemi respiratori.

puntoesclamativoHo l’asma, posso fare sport? Sì, basta avere il parare del proprio medico e seguire alcune accortezze:
1. eseguire un riscaldamento 10 minuti prima dell’attività e un defaticamento di altri 10 minuti dopo;
2. respirare con il naso proteggendosi da pollini, smog e aria fredda;
3. avere sempre a disposizione un inalatore spray di broncodilatatore da usare in caso di crisi respiratoria;
4. se compare un attacco interrompere subito l’attività, sedersi e riposarsi;
5. evitare gli sport rischiosi nel caso di malessere improvviso (sport subacquei, deltaplano, alpinismo), che richiedono l’uso di un casco integrale (motociclismo) e che possono causare crisi respiratorie (corsa).

L’articolo completo su Diva e Donna, 29 marzo 2016. Altre domande e risposte su I 500 perché. Domande e risposte per tutta la famiglia (Cairo). In libreria.

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