Pelle, psoriasi e psiche

Danny è un adolescente traumatizzato da un’infanzia vissuta con due genitori tossicodipendenti. A 13 anni inizia a farsi ricoprire il corpo di inchiostro: secondo la psicanalista Alessandra Lemma, che al tema dei tatuaggi ha dedicato il saggio Sotto la pelle. Psicoanalisi delle modificazioni corporee (Cortina) in cui racconta la storia di questo ragazzo, chi come lui vive situazioni di disagio e di perdita trova spesso nell’alterazione volontaria dell’aspetto naturale della pelle un modo per sentirsi vivo, per affermare se stesso.

Un concorso contro i pregiudizi

Non è un caso: primo punto d’incontro tra mondo esteriore e interiore, la pelle racconta chi siamo. Del resto sono le sensazioni tattili, le prime a garantire la comunicazione tra mamma e bambino. Per questo l’epidermide è anche il luogo in cui si esprimono molte patologie psicosomatiche. Spesso gli adolescenti ne sono i soggetti più colpiti, vulnerabili e spesso impossibilitati a raccontare ciò che li fa soffrire attraverso le parole. Una di queste, oggi in crescita specie tra i giovanissimi, è la psoriasi: «Circa il 30-50 per cento degli adulti con psoriasi ha sviluppato la malattia prima dei vent’anni di età», ha spiegato Giampiero Girolomoni, presidente della Società italiana di dermatologia a margine del convegno di presentazione della campagna di sensibilizzazione Sulla mia pelle, promossa da Janssen Cilag e tenutosi a Roma lo scorso ottobre. «In almeno un terzo dei casi la psoriasi ha un esordio tra i 10 e i 20 anni, e comunque entro i 30 anni».

La psoriasi è contagiosa?

Malattia infiammatoria cronica della pelle a eziologia in parte psicosomatica ma di fatto ancora non del tutto chiara, la psoriasi colpisce il 3 per cento circa della popolazione italiana, cioè più di 1 milione e mezzo di persone. Le eruzioni cutanee e le macchie che compaiono su diverse parti del corpo di chi ne è colpito sono causa di forti implicazioni psicologiche e relazionali. Non solo: la disinformazione che circonda questa patologia non fa che accrescere lo stigma, specie nel gruppo giovanile. «Basti pensare che un recente studio francese ha confermato il fatto che ancora molti pensano che la psoriasi sia contagiosa o legata a scarsa igiene personale», ha detto Mara Maccarone, presidente dell’Associazione per la difesa degli psoriasici.

Come si cura la psoriasi

Proprio per questo la campagna, realizzata in collaborazione con il Giffoni Film Festival, si propone di abbattere questo pregiudizio e spingere i giovani al consulto dermatologico. Il concorso, che ha preso il via il 29 ottobre in occasione della Giornata mondiale della psoriasi, ha richiesto ai ragazzi di tutta Italia di partecipare inviando video, foto e illustrazioni sul tema dello stigma e dei pregiudizi al portale dell’iniziativa nel quale sarà presto attivata una chat con uno psicologo. Oggi la malattia può essere tenuta sotto controllo, ma occorre un approccio serio e qualificato. I farmaci biotecnologici ad esempio consentono una qualità della vita decisamente migliore, limitando l’attacco a opera del sistema immunitario che è all’origine della patologia. «Inoltre sono stati identificati fattori genetici e ambientali associati», ha spiegato la dermatologa Ornella De Pità, già presidente dell’Associazione dermatologi ospedalieri italiani. «Questi progressi permetteranno a breve di predire la risposta individuale ai farmaci e di sviluppare trattamenti personalizzati».

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