Questa è roba delicata

18122013Pene dell’evoluzione. Perché, a differenza di molti mammiferi, il PENE umano non ha un osso e un muscolo che ne permettono il movimento e il controllo dell’erezione? A chiederselo sono stati due ricercatori italiani, Emanuele Jannini e Alessandro Cellerino, che in uno studio hanno spiegato la possibile ragione: per favorire la selezione naturale. L’erezione infatti è inibita in caso di malattie organiche o psichiche (disfunzione erettile). Senza un osso che permette l’uso volontario del pene la natura riduce la possibilità di riproduzione a quegli individui non abbastanza sani per assicurare un futuro alla prole.

Ma a cosa diavolo serve? La verginità ha un ruolo determinante, nella cultura occidentale. Ma quasi solo per le donne. Forse dipende dal fatto che è visibile, grazie alla presenza dell’IMENE. Questa membrana che chiude parzialmente l’apertura vaginale nelle ragazze vergini non ha però una funzione specifica. O almeno non la si conosce ancora. Non tutte le donne hanno però lo stesso tipo di imene: alcune hanno una membrana ad anello, che si rompe al primo rapporto, altre una membrana chiusa con fori per la fuoriuscita del flusso mestruale, altre ancora hanno un imene elastico che si rompe solo al parto, ma non ai rapporti sessuali. Infine ci sono imeni resistenti, che possono essere aperti solo con un intervento chirurgico.

Trovane due uguali… Il corpo umano è simmetrico? Sì, ma non dappertutto. I due terzi dei maschi adulti hanno infatti il testicolo sinistro più grande e più in basso del destro. Il motivo? Sconosciuto: i TESTICOLI non hanno infatti differenze in termini di capacità di produrre spermatozoi (circa 140 milioni l’uno per ogni eiaculazione). Certo è che se ne dovevano essere accorti anche gli antichi greci: una curiosa ricerca dello University Collge di Londra ha dimostrato infatti che, in un centinaio di sculture classiche, il testicolo sinistro è scolpito più grande del destro.

Iron lady. Si chiama Tatyana Kozhevnikova ed è la donna con la VAGINA più forte del mondo. I suoi video girano ancora in rete: questa ginnasta russa riesce infatti a sollevare 14 chili utilizzando soltanto i muscoli della parete vaginale. Per farlo, Tatyana inserisce nella vagina un uovo di legno attaccato a un peso. E poi stringe. «All’inizio era una donna qualsiasi», ha spiegato. «Dopo i vent’anni ho raggiunto questa forza grazie a un allenamento vigoroso». La Kozhevnikova oggi detiene il Guinness World Record nella categoria “sollevamento con la vagina”.

Rottura di… pene. Come un osso, anche il PENE si può rompere. Si chiama proprio frattura del pene il fenomeno dovuto a un trauma durante l’erezione. Un movimento improvviso durante il coito può produrre il piegamento dell’organo e la conseguente rottura della tunica albuginea, la membrana che riveste i tessuti che si gonfiano durante l’erezione (corpi cavernosi). Il trauma, che produce un caratteristico “schiocco”, provoca una rigonfiamento e un livido sul pene e va trattato con un intervento chirurgico. L’evento è abbastanza raro, tuttavia dopo diversi casi avvenuti di recente in provincia di Treviso l’andrologo Valerio Petterle del reparto urologia dell’ospedale di Conegliano ha recentemente dichiarato: «Il maschio trevigiano sembra particolarmente focoso nella vita di coppia: nella nostra zona riscontriamo una decina di casi all’anno di frattura sui poco più di cento in tutta Italia».

200 volte vagina. Uno studio del dipartimento di ginecologia e ostetricia dell’Università della Pennsylvania (Usa) condotto su 28 donne tra i 18 e i 45 anni con ciclo regolare, non gravide e senza patologie ha rivelato qualche dato curioso. Mediamente una VAGINA è lunga, dall’ingresso al collo dell’utero, 6,27 centimetri (la più corta misurata era di 4,08, la più profonda di 9,5). In genere l’orifizio vaginale misura tra i 2,61 centimetri di diametro e i 3,7 allargandosi sul fondo fino a 4,19 centimetri. Se una donna con una vagina poco profonda fa sesso con un uomo dotato? Nessun problema: il suo tessuto è infatti in grado di espandersi del 200 per cento.

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