Nathaniel è un ventisettenne americano. Innamorato. Di un’auto. Il ragazzo, protagonista lo scorso anno della trasmissione tv americana My strange addiction, dice infatti di essere emotivamente e sessualmente attratto dalla sua Chevrolet: «Da cinque anni ho una relazione intima con questa auto, il che implica anche sesso e masturbazione», ha raccontato. L’oggettofilia, attrazione morbosa per oggetti che spinge a compiere con essi atti sessuali, è una parafilia (pulsione erotica ricorrente che comportano sofferenza) ancora oggi poco studiata. Eppure i casi non mancano.
Innamorarsi a Parigi. Della torre Eiffel
Erika Eiffel (nella foto) ad esempio è una donna americana innamorata del monumento simbolo di Parigi, tanto da aver inscenato un matrimonio con la torre e da aver cambiato (legalmente) il proprio cognome per sancire l’unione. Secondo Jerry Brooker, psicoterapeuta newyorkese, «chi si innamora di oggetti sa che i loro amanti non li abbandoneranno mai, una prospettiva incoraggiante per le persone sole». Non a caso il fenomeno riguarderebbe principalmente soggetti affetti disturbi di tipo autistico.
Sta diventando tutto normale
Eppure anche l’oggettofilia si sta imponendo come una nuova forma di normalità, tanto che l’associazione OS Internationale si propone di far conoscere le abitudini curiose di chi fa sesso con cancelli, ponti, auto o apparecchi elettronici, senza però farli passare come dei malati. Per gli psicologi però non si può considerare normale un comportamento solo perché pubblicizzato o praticato da molti: «Si sta affermando una normalità statistica: se molti dichiarassero che essere pedofili è normale, anche questa devianza diventerebbe sana», spiega Roberta Giommi, direttrice dell’Istituto internazionale di sessuologia e docente all’Università di Firenze. «Non a caso oggi sempre più persone consultano il sessuologo per il disagio di non praticare la trasgressione».
Sesso meccanico
Come si stabilisce dunque cos’è la normalità? La sessualità si esprime in un relazione, anche se solo occasionale, con un altro. Gli oggetti sono quindi esclusi. «Ma anche quando c’è violenza, oppure l’altro è solo un oggetto per raggiungere un piacere meccanico, la situazione è potenzialmente patologica», mi spiega Enrico Schwendimann, psicoterapeuta e sessuologo clinico presso l’Unità di trattamento intensificato del Centro italiano per la promozione della mediazione di Milano. La sessualità malata è infatti eseguita come se si seguisse un copione: «Molte coppie che praticano sadomaso, ad esempio», aggiunge Chiara Simonelli, sessuologa e psicoterapeuta presso l’Istituto di sessuologia clinica di Roma, «giudicano i partner esclusivamente in funzione della loro bravura tecnica». Non più, quindi, come persone con cui relazionarsi.
L’articolo completo su Airone, novembre 2013