Siamo tutti matti!

«Visto da vicino, nessuno è normale», diceva Franco Basaglia, lo psichiatra ispiratore della legge che impose la chiusura dei manicomi. Pensateci: chiunque ogni giorno mette in scena piccoli e apparentemente insignificanti comportamenti irrazionali. C’è chi camminandovi a fianco vuol sempre stare alla vostra sinistra, chi senza ragione vi tocca sempre un braccio mentre parlate, chi non può fare a meno di controllare di aver chiuso la finestra del bagno ogni volta che esce di casa o ancora chi una scalinata la comincia sempre e rigorosamente con il piede destro.

Tutti cavernicoli
Siamo tutti matti? «No, siamo umani – spiega Roberto Vincenzi, psicanalista e docente alla Scuola di specializzazione in psicoterapia istituzionale di Genova –. Semplicemente conserviamo emozioni e modi di agire che risalgono a un passato lontano». Per questo molti italiani non possono fare a meno di incrociare le dita o di fare le corna quando sentono parlare di morte: allontanare le parole sgradevoli fa parte del nostro bagaglio culturale. Allo stesso modo è frequente che nelle coppie in vacanza uno dei due si addormenti solo se occupa lo stesso lato del letto dove normalmente si corica a casa: «In molti casi potrebbe servire per ritrovare certezze familiari», spiega Vincenzi. In alcune coppie invece le donne preferiscono sempre la parte del letto più lontana alla porta per un retaggio atavico: «Così si sentono più protette. Se un “nemico” entrasse in camera troverebbero il loro uomo pronto a difenderle, un po’ come accadeva durante la preistoria quando erano i maschi guerrieri a dormire nelle zone più pericolose per difendere famiglia e tribù».

Bimbi scaramantici
Chi ha figli piccoli sa che tutto questo è ancora più frequente nei bambini: «Sono più vicini al mondo dell’inconscio e meno civilizzati degli adulti. Così senza rendersene conto mettono in atto comportamenti atavici», aggiunge lo psicanalista. Le loro stranezze, come la mania di toccare gli altri, di annusare gli oggetti o di passare sempre a destra di un certo ostacolo, sono espressione del mondo magico in cui sono ancora immersi. Più o meno come i nostri progenitori che affidavano a rituali simbolici il loro desiderio di controllare la natura, che fosse attraverso danze della pioggia o riti in occasione della morte di un congiunto.

Quelle manie da sportivi
Ma c’è una categoria che forse più di altre è predisposta a manie e rituali prima di un evento stressante: gli sportivi. L’ex cestista Michael Jordan ad esempio ha ammesso di non aver mai giocato senza indossare i suoi pantaloncini del college mentre il campione di calcio David Beckham non sopporta l’asimmetria tanto da buttare via una lattina di bibita se nel frigo ce ne sono in numero dispari. «Lo sport agonistico – spiega Tom Corboy, direttore dell’Ocd Center di Los Angeles – può influire su alcuni fattori stressanti, causa di questo problema». E non dimentichiamoci che nel passato lo sport era anche un rito religioso, tanto che nell’antica Grecia il tempio faceva parte di un complesso che comprendeva anche stadio e palestre. Oggi non è più così, ma il gesto scaramantico riveste ancora lo stesso valore propiziatorio.

L’articolo completo su Airone, febbraio 2013

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