Dipende tutto dalla riduzione di funzionalità delle cortecce cingolate anteriore e posteriore, due aree del cervello connesse alla percezione e al ricordo di sensazioni sgradevoli, provocata dallo sfregamento della pelle nei punti in cui ci prude. «Grattandoci – spiegano i ricercatori della Wake Forest University Baptist Medical Center (North Carolina, Usa) che hanno condotto uno studio a riguardo – sopprimiamo per un attimo le componenti emotive negative connesse al prurito».
Più mi gratto, più prude
Il legame tra prurito e piacere è stato confermato anche da uno studio più recente condotto dallo stesso istituto dove Gil Yosipovitch, dermatologo, ha dimostrato che le parti del corpo in cui il prurito è percepito con maggiore intensità, così come il piacere provocato da una “grattatina”, sono caviglie e schiena. Grattarci, specialmente in queste zone, aumenta però la funzionalità della corteccia prefrontale, connessa ai comportamenti compulsivi, cioè quelli che ripetiamo ossessivamente. È questo il motivo per cui, come altri piccoli piaceri quotidiani tra i quali lo sbadiglio, il prurito è “contagioso”: guardare qualcuno che si gratta o sentire parlare di prurito provoca il desiderio impellente di grattarsi. Dite la verità, sta capitando anche a voi?
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