Muovi quella schiena!

C’è un ragazzo di venticinque anni che ha un problema: è nato con la colonna vertebrale storta. Scoliosi, la chiamano i medici. E poi ha una gamba leggermente più corta dell’altra: dislivellamento del bacino, scientificamente. Però quel ragazzo ce l’ha fatta a coronare il suo sogno di diventare uno sportivo affermato. Lui è Usain Bolt, l’atleta giamaicano a oggi l’uomo più veloce del pianeta: con 41 passi percorre 100 metri, distanza che a Berlino nel 2009 ha coperto in 9 secondi e 58 centesimi. Ad Ostrava (Repubblica Ceca) ha recentemente gareggiato con un vistoso cerotto antidolorifico sulla schiena. Perché, nonostante tutto, ancora oggi soffre di lombalgia.

Del resto il dolore alla schiena è frequente anche tra noi comuni mortali. Basta pensare allo sforzo che compie ogni giorno: un individuo di peso medio che voglia sollevarsi da terra sui due piedi esercita infatti sulla colonna vertebrale (e in particolare sulle due ultime vertebre lombari e sulla prima sacrale) uno sforzo pari al sollevamento di 30 chili. In pratica come portarsi un bambino sulle spalle. Non stupisce che questo peso si traduca sempre più spesso in lombalgie e cervicalgie. Malanni comunissimi: quasi l’80 per cento degli adulti prima o poi soffre di mal di schiena. Alcuni esperti intervenuti lo scorso maggio a Roma al Congresso nazionale della Società di chirurgia vertebrale hanno parlato di almeno 15 milioni di persone che nel nostro Paese soffrono di mal di schiena e in particolare di lombalgie, discopatie, stenosi ed ernie del disco. In realtà si tratta di un paradosso, come fa notare Richard A. Deyo del dipartimento di medicina di famiglia della Oregon health and science University: «L’economia dei Paesi sviluppati è sempre più di tipo post-industriale, con meno lavori pesanti e più automazione. Tuttavia l’invalidità al lavoro causata dal mal di schiena è andata aumentando».

La ragione? La sedentarietà eccessiva. Che non fa mai bene, nemmeno quando il dolore è acuto: «Con il mal di schiena il riposo deve essere breve e si deve tornare al più presto alla vita di ogni giorno», spiega Chris J. Main, direttore del dipartimento di medicina comportamentale allo Hope Hospital di Salford (Regno Unito). Così quando il mal di schiena è (momentaneamente) passato, mettere massa muscolare può fare solo bene: aiuta a sostenere la colonna vertebrale. L’importante però è farsi seguire, in palestra: non c’è nulla di più pericoloso dello sport fatto male. «Allenare solo il deltoide perché dà una bella forma alla spalla trascurando muscoli importanti ma meno visibili è dannoso anche per la schiena», spiega Roberto Pozzoni, ortopedico e traumatologo presso il centro di traumatologia sportiva dell’Istituto ortopedico Galeazzi di Milano. Insomma, l’habitué delle palestre tutto muscoli dalla vita in su, ma con gambe e bacino gracili, soffrirà a lungo andare di disturbi lombari. E la riprova la dà lo stesso Pozzoni, che è anche responsabile medico della nazionale di rugby: «Quando c’è equilibrio tra muscoli agonisti e antagonisti, la colonna tollera bene anche masse muscolari enormi come quelle dei rugbisti».

L’articolo completo su Airone, luglio 2012

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