Il lavoro deve diventare «uno stile di vita più gradevole e appetibile». Parola di Richard Donkin, giornalista inglese autore de ll futuro del lavoro (Il Sole 24 Ore Libri). Donkin si immagina professionisti motivati e capaci di lavorare ovunque, senza limiti di tempo e coinvolgendo anche la vita privata. Inquietante? No perché in futuro il lavoro sarà più stimolante. Del resto intelligenza sociale, pensiero creativo e multidisciplinarità sono tre degli elementi identificati dal rapporto Future work skills 2020 presentato a dicembre dall’Institute for the future di Palo Alto (Usa). Il lavoro di gruppo permetterà infatti a ognuno di esprimere se stesso creativamente, proprio come accade nelle aziende della new economy (nella foto, gli uffici di Google). Ma gli esempi anche da noi non mancano. A febbraio lo stabilimento Whirlpool di Napoli si è guadagnato il primo posto fra i 66 siti della multinazionale degli elettrodomestici nel nono Employee Engagement Survey, riconoscimento voluto da Towers Watson, gruppo americano che si occupa di consulenza aziendale. Il motivo? «Un sistema aziendale basato sull’empowerment – spiega Thomas Fitzgerald Boitani, director operations center of excellence di Whirlpool – cioè su una maggiore responsabilizzazione del singolo, a cui si attribuiscono margini più ampi di iniziativa e quindi chance di crescita professionale». E c’è anche chi va oltre, ribaltando i luoghi comuni del lavoro d’ufficio. Averaldo Farri, consigliere delegato di Power-one di Terranuova Bracciolini (Arezzo) ritiene ad esempio che la strada per migliorare il clima nella sua azienda, multinazionale delle energie rinnovabili, sia agire sul clima e sulla responsabilizzazione di ognuno. Non stupisce quindi che in azienda dirigenti e operai si diano del tu: «Lo facciamo perché tra le nostre persone c’è un rapporto continuativo, come in una famiglia. Passiamo da 8 a 12 ore insieme tutti i giorni, condividiamo i momenti belli e brutti. Non avrebbe senso una barriera». Come in famiglia, responsabilità vuol dire anche rispetto dei beni comuni. Così chi deve fare fotocopie per uso personale le paga. Anche i dirigenti. «È una forma di correttezza e di onestà», spiega Farri. Che però ha anche uno scopo pratico: «garantire una continuità alla nostra attività in Italia. Dobbiamo essere bravi a tenere i costi sotto controllo, creando allo stesso tempo entusiasmo». Un entusiasmo che non manca, in questa azienda in cui gli operai cambiano mansione ogni due ore. Il motivo? Massimizzare la concentrazione e abbattere la noia.
L’articolo completo su Airone, marzo 2012